2000 giovani alla Veglia di Quaresima con l’Arcivescovo
dalla rassegna stampa diocesana:
PERUGIA: TRA I GIOVANI C’E’ TANTA VOGLIA DI GESU’ SPERANZA DEL MONDO. IN QUASI DUEMILA ALLA VEGLIA DI QUARESIMA CON L’ARCIVESCOVO BASSETTI
NELLA CATTEDRALE DI SAN LORENZO. ASCOLTATE DUE FORTI TESTIMONIANZE DI VITA CHE HANNO ACCOLTO IL DOLORE E LA SOFFERENZA COME “UN BACIO DI GESU'”
Ad aprire la Veglia è stato un gesto dal forte valore simbolico: l’accensione di trentadue fiaccole da parte di mons. Bassetti tenute tra le mani dei giovani rappresentanti delle Unità pastorali, a simboleggiare la “Luce pasquale” che si irradia dalla chiesa cattedrale su tutte le comunità parrocchiali. Lo stesso presule, al termine della Veglia, nel ringraziare i giovani, ha annunciato che dopo Pasqua, insieme al vicario generale mons. Paolo Giulietti, visiterà ognuna delle trentadue nuove Unità, esprimendo il desiderio di incontrare nuovamente tutti loro.Ai giovani mons. Bassetti ha detto: «non trovo un augurio migliore per salutarvi, per accogliervi in cattedrale, di quello dell’Apostolo Paolo: “Siate lieti nella speranza”. Risplendete di Cristo, attaccatevi al bene, perché di bene ce n’è tanto attorno a noi se lo sappiamo scoprire. Amatevi l’un l’altro con affetto fraterno, fate a gara nello stimarvi e con cuore puro, libero servite il Signore sempre lieti nella speranza, costanti nelle tribolazioni, che è la croce benedetta di Gesù, perseveranti nella preghiera».«La missione del cristiano oggi, più che mai – ha proseguito mons. Bassetti -, è quella di portare la gioia e, voi giovani, che sperimentate la primavera della vita, ne siete i primi depositari: questo triste mondo ha bisogno della vostra gioia e della gioia della Chiesa». E poi ha detto ai giovani: «Gesù è il buon samaritano che fa suo il dramma di quella persona, si immedesima nella sua situazione e gli comunica tutta la luce che ha in sé».Nell’esortare i giovani a farsi carico del dolore, delle difficoltà, mons. Bassetti ha ricordato una frase di Madre Teresa di Calcutta con la quale ha anche introdotto le due forti testimonianze di vita della Veglia: «il dolore, la sofferenza sono un bacio di Gesù: dentro di te c’è la dolcezza ad accoglierli.».La prima testimonianza è stata di Pina, che ha raccontato la storia drammatica della sua famiglia: il marito alcolizzato l’aveva lasciata sola con due figli e poi ritrovato in un letto di ospedale malato di cancro, bisognoso soprattutto delle cure e dell’affetto dei suoi cari. Nel frattempo, il figlio Marco scopre di avere un melanoma ma i medici lo assicurano perché è sotto controllo. Ma poco tempo dopo la morte del padre, Marco si ammala di cancro e in pochi mesi perde la vita. Pina, nella disperazione, trova la fede che la sostiene nell’affrontare questo straziante dolore. Una testimonianza che ha commosso molti ragazzi e che insegna a non perdere mai la speranza.
Altra forte testimonianza, che è stata di esempio per i giovani, è quella di un loro coetaneo di fede musulmana, scappato dal suo Paese, il Burkina Faso, alla ricerca di un futuro migliore che l’ha portato fino in Italia, profugo giunto dalla Libia ed oggi accolto insieme ad altri ventidue giovani africani dalla Caritas diocesana presso la parrocchia di San Giovanni del Prugneto. Pietro – così lo chiamano gli amici della Caritas perché tra i suoi ricordi c’è quello del deserto dove trova una pietra sulla quale si inginocchia per pregare Dio affinché gli dia la forza per andare avanti – ha raccontato del lungo viaggio verso la “libertà” durato molti giorni in cui più volte ha rischiato la vita, ma anche delle persone che l’hanno aiutato. Commovente quando ha detto di essere felice di incontrare l’arcivescovo perché gli ricorda quando da bambino vide Giovanni Paolo II in visita nel suo Paese: «ogni anno in Burkina Faso – ha detto Pietro – si fa festa il giorno della ricorrenza dell’arrivo del Papa, pur essendo il nostro un Paese dove la maggioranza dei credenti è di fede musulmana».
Racconti che danno speranza, soprattutto alle giovani generazioni, ai tanti giovani che sono alla ricerca di Gesù. Ai quasi duemila ragazzi di mons. Bassetti, i loro coetanei dell’Azione cattolica diocesana hanno voluto donare, al termine della Veglia, una scatolina colorata di cartone con dentro un piccolo segno di speranza: dei semplici semi. I ragazzi sono stati invitati a piantare questi semi nelle loro case, nella speranza che possano presto germogliare.
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